Metodi di fruizione di American Assassin

Metodi di fruizione di American Assassin

November 24, 2017 0 By Gabriele Barducci

american assassin posterDi come alla fine, tra blockbuster milionari e compagnia bella, tutto è grande intrattenimento e siamo disposti anche a pagarlo pur di rifarci gli occhi e riempirci il cuore di emozioni ‘commerciali’. Poi c’è il cinema si serie A, quello di serie B fino alla Z, quello d’autore e quello trascendentale. American Assassin che cinema è? Di quello innocente si potrebbe dire. E che particolarità ha? Vediamole.

Si prende un buon attore, magari giovane, con potenzialità, uno di quelli a cui Hollywood deve ancora dare un’etichetta ben precisa, quindi perché non Dylan O’Brien che comunque, finita la saga di Maze Runner dovrà poi passare altrettanto tempo a togliersi di dosso ‘quel’ personaggio.
Poi c’è il mentore, quindi l’anziano, il saggio, magari un attore che ha ritrovato una buona strada per il cinema che conta, ecco quindi Michael Keaton. Maestro, assassino senza pietà, addestrerà e farà crescere il giovane Mitch (Dylan O’Brien) e fatturerà ogni sua uccisione, vivendo nel suo bel chalet nei boschi.
Poi c’è la bella che forse bella non è, il brutto che forse è più brutto di quel che si pensava quando scopriamo essere in possesso di una bomba atomica che decide di nascondere nel centro di Roma. Ma perché sempre ordigni esplosivi da Hollywood a Roma? Prima Angeli e Demoni, ora American Assassin. Ma tolto questo, il contenuto è sicuramente più interessante della forma finale.
Se avete presente prodotti quali la saga di Bourne o anche le avventure di Jack Ryan, personaggio della CIA uscito dalla penna-marchio di Tom Clancy, il parallelismo per la trama è abbastanza semplice, anche se il nostro Mitch Rapp non ha la fisicità di Bourne e neanche una trama da tecno thriller politico come quelle a cui ci ha abituati Jack Ryan.
American Assassin è lì, è un ibrido cinematografico pescato ancora una volta dalla letteratura e dalla penna (oggi defunta) di Vince Flynn che ha teorizzato il suo Mitch Rapp esattamente sulla falsa riga di Jack Ryan. L’esigenza più produttiva che narrativa quindi si ridimensiona nella voglia di iniziare un franchise cinematografico attorno la dozzina e più di romanzi scritti.
Tornando a sopra quindi, perché American Assassin è un film innocente? Lasciando ogni voglia trascendentale di realizzare un film ricco e raffinato, American Assassin si concentra su elementi vecchia scuola, quale la tensione costruita più in stanza buie e anguste che per azione frenetica e sparatorie (presenti, ma mai eccessive) e una storia che arriva dritta al punto, senza aggiungere nulla più al genere di appartenenza. Esercizio di stile interessante, potrebbe anche dare di più in vista di un ipotetico sequel – gli incassi sono buoni, ma non tanto da assicurare un secondo capitolo – ma rimane comunque la conferma che O’Brian è davvero un ragazzo promettente, che Michael Keaton è sempre stato un ottimo attore e non si spiega perché ha passato molti anni in ombra e che, per quanto ci provi con tutte le sue forze, Taylor Kitsch anche è un ottimo attore, ma da più di dieci anni, nessuno riesce a capirlo o peggio, nessuno riesce a scrivergli un ruolo adeguato. Peccato. Per lui. Il film alla fine è figo.

american assassin 2

Gabriele Barducci
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