Coco e la musica nell’anima

Coco e la musica nell’anima

December 28, 2017 0 By Elisabetta Da Tofori

coco posterNella cultura popolare messicana, ogni anno c’è un giorno speciale in cui il mondo dei vivi si trova così vicino a quello dei morti, tanto da sfiorarsi l’uno con l’altro e renderli compresenti; è el Día de Muertos, il Giorno Dei morti, dove le foto dei propri cari vengono collocate sull’altare dell’ofrenda insieme a oggetti sacri, candele e cibi preferiti in modo da far sentire benvenute le anime dei defunti.
Un ponte simbolico fatto di campasúchil conosciuto come “fiore dai 20 petali” dal colore arancio intenso; il suo profumo rappresenta una guida le anime affinché, nel Día de Muertos, non si perdano durante il loro cammino verso il mondo dei vivi e i doni a loro riservati.

A differenza della nostra tradizione cattolica, questa celebrazione viene ricordata come un giorno di festa che unisce la commemorazione dei cari defunti con le ambientazioni animate da colori vivaci e soprattutto da danze e musiche come quelle dei gruppi folclorici dei mariachi. Perché non sarebbe un’occasione speciale senza la presenza di queste icone della musica messicana che animano questa ricorrenza al suon guitarrón, così da accompagnare sia balli allegri che momenti di rispettoso raccoglimento.

Ma non per tutti è così! Per la famiglia Rivera, la musica che vivacizza questa giornata, è rigorosamente vietata, poiché frutto di un doloroso ricordo lontano e tramandato di generazione in generazione. Tuttavia, per quel chamacho (piccoletto) di Miguel questo si presenta come un impedimento per esprimere il proprio io interiore, sentendo vibrare fin dal profondo dell’anima le corde che lo legano ai propri antenati.
Sono loro i protagonisti della nuova esaltante avventura firmata PixarCoco, Miguel, la Abuelita, Mamá Coco (interpretata con maestria dalla voce severa e imperativa della produttrice discografica Mara Maionchi), mamá, papà, fratelli e zie e zii vari.

Dopo il terzo capitolo della saga Cars, è Coco che risulta uscirne ottimamente presentandosi al box office internazionale in netto vantaggio.
Coco, che con quella sua naturale verve musicale porta avanti l’ormai lunga tradizione Disney, è un film di animazione realizzato in computer grafica, ideato e diretto da Lee Unkrich  e sceneggiato e co-diretto da Adrian Molina.
“La musica aveva lacerato la mia famiglia, ma le scarpe l’ha riunita”; con questa prosopopea di Miguel si percepisce in maniera concreta l’animo che ha accompagnato la formazione personale di un bambino, poiché ciò che conta è l’aspetto concreto della vita e mettendo in secondo piano o addirittura eliminando completamente, quel lato astratto ed evanescente che è la musica, così da essere l’unica famiglia in Messico ad odiare la musica.

Miguel è la versione infantile e messicana del nostrano Dante, personificano dall’omonimo cane, che come nella Divina Commedia, intraprenderanno un surreale viaggio ultraterreno. è il Jonah di Boys in the Trees, lungometraggio di debutto del regista australiano Nicholas Verso, presentato nel 2016 all’interno della sezione Orizzonti della 73ª Mostra del Cinema di Venezia; felpa rossa e volto ricoperto di bianco per risaltare le incavature nere degli occhi, è questo il look scheletrico che accomuna i due personaggi, così distati tra loro nel tempo e nello spazio ma mai così vicini, …coincidenze o casualità?

coco 2

Come film d’animazione per bambini, Coco si dimostra essere una subliminale e raffinata opera d’arte che custodisce in se la storia ed il patrimonio artistico messicano; poiché Coco è ricco di simboli e sfumature che va oltre il classico sviluppo narrativo di una storia di finzione.

Sembra di leggere le pagine della biografia di un artista messicano Pedro Linares, nato a inizio ‘900 a Città del Messico, durante l’infanzia soffre di una forte febbre che lo portò ad avere opprimenti incubi, la malattia ha sconvolto le fantasie fanciullesche creando figure mostruose di animali immaginari; “tutto ciò che lo circondava, fosse una pianta, una roccia o una nuvola, si tramutava in forme di animali coloratissime e dalle sagome più strane: cani con le ali, uccelli con le zanne ed innumerevoli altre figure grottesche. Tutte, comunque, pronunciavano continuamente ed in maniera ossessiva la stessa parola: “Alebrije”.
Questi animali fantastici sono gli animali guida che accompagnano Miguel e la famiglia Rivera, magnifici nella loro presenza fisica, composta da differenti parti di animali dai colori vivacissimi e decorazioni surreali. È l’unione tra il reale e l’immaginario, uniti  in maniera arbitraria.
Creature surrealiste accomunano la visione immaginaria divisa tra sogno e dagli incubo perché sì, possiamo affermare che Miguel è Pedro.
Tuttavia anche la presenza fisica della poliedrica Frida Kahlo che ironicamente da vita ad un’opera surrealista viva e penetrante, quasi da entrare in contrapposizione alla propria natura di defunta; sostiene questa tesi, suggerendo una taciuta relazione di collaborazione artistica con Pedro Linares e un altro pittore Diego Rivera, non a caso.

Coco è un viaggio inedito, curioso e nostalgico attraverso una poetica delicata fortemente presente nella cultura e nelle tradizioni del caloroso popolo messicano, guidato dalle note del travolgente potere della musica.

Elisabetta Da Tofori
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