The Outsider, un americano nella yakuza

The Outsider, un americano nella yakuza

April 16, 2018 0 By Alessio Italiano

Tra polemiche e difficoltà nella realizzazione, il colosso dello streaming Netflix, si aggiudica un altro film inedito, diretto dal regista di Land of Mine Martin Zandvliet: The Outsider con Jared Leto, premio Oscar come attore non protagonista in Dallas Buyers Club e visto recentemente anche in Suicide Squad e Blade Runner 2049. L’istrionico e camaleontico divo, nonché rockstar (a breve uscirà anche il suo nuovo cd con il gruppo rock Thirty Seconds to Mars) non si ferma un attimo e continua a darsi da fare tra mille progetti cinematografici e non.

Il film di Zandvliet sembra cucito perfettamente addosso al personaggio e al carisma di Leto, Nick, un ex-soldato americano prigioniero di guerra in Giappone (Osaka 1954), entra a far parte del clan della yakuza, abbracciandone stile e modi di vivere dopo aver salvato la vita in prigione ad un membro della famiglia Shiromatsu, Kiyoshi (Tadanobu Asano). Per sdebitarsi del favore Kiyoshi lo farà entrare nelle grazie del “Padre” e membro leader della Yakaza, Akihiro (Min Tanaka). Inutile dire che l’ingresso del gaijin nel pericolosissimo clan scatenerà l’ira e la frustrazione di molti membri, tra cui Orochi (Kippei Shina) che più di tutti non tollera l’aver rubato oltre l’affetto del “padre”, anche quello della sorella di Kiyoshi, Miyu (Shioli Kutsuna) che si innamora ovviamente del protagonista Nick. Ovviamente ci saranno delle conseguenze da pagare per ognuno di loro e le cose prenderanno una piega inaspettata.

The Outsider non è un brutto film, a dispetto delle critiche negative ricevute oltreoceano, a partire dal fenomeno del white-washing (molti non hanno tollerato il personaggio di Leto perché appunto non asiatico) fino ai problemi di distribuzione della pellicola, tant’è che qualcuno ha addirittura imputato al colosso dello streaming di acquisire solo pellicole destinate a floppare al cinema e quindi da relegare solo ed esclusivamente per il mercato dello streaming (vedi anche il progetto The Cloverfield Paradox). Il film è ben diretto, ma soffre troppo di un copia e incolla nello stile e nella composizione delle immagini da Only God Forgives, e, neanche a dirlo, le performance di Leto e quelle di Gosling nel film di Refn sono molto simili, per non dire identiche, peccato che il film non conservi lo stesso alone di mistero e la stessa forza magnetica nelle immagini disturbanti.

Altro problema di The Outsider, forse, risiede nella sceneggiatura: il film è ambientato in un Giappone post-bellico anni ’50 che cerca di riemergere dalle devastazioni e in alcuni dialoghi (come quello tra Leto e Emile Hirsch, ex-soldato in licenza e scena che strizza fortemente l’occhio ad un altro film con Leto co-protagonista, American Psycho, solo a ruoli invertiti) si fa riferimento ovviamente alla guerra del Pacifico, ma si sente la mancanza di una popolazione ancora distrutta e che cerca di riemergere dalle macerie, concentrandosi molto di più sull’analizzare il clan, usi e modi di agire della yakuza, cosa che riesce senz’altro meglio a registi sul genere tipo Takeshi Kitano o Takashi Miike. Probabilmente viste le somiglianze tra questo film e quello di Refn, Zandvliet ha deciso di ambientarlo in quel determinato periodo storico, per non ottenere una copia sbiadita di Only God Forgives.

Come per il film di Refn, anche The Outsider non manca della sua dose di violenza nelle immagini di esecuzioni o di amputazioni di arti (un antico uso dei membri della Yakuza per giurare fedeltà al proprio “padre”), inoltre si assiste ad alcuni momenti “surreali” in cui il nostro ex-soldato Nick, riesce magicamente (probabilmente grazie al suo addestramento militare?!) a sbrogliarsi di dosso situazioni dal notevole rischio se non addirittura da quello di morte. Insomma, alla fine dei conti The Outsider è un film senza infamia e senza lode, che non apporta al genere nessuna novità, con il risultato finale che sa tanto di già visto, un buon esercizio di stile che possiamo etichettarlo tra le cerchie di quei film: “carino si, ma domani ce ne saremo già scordati”.

Alessio Italiano