Venezia75: La danza dei folli in Capri-Revolution di Mario Martone

Venezia75: La danza dei folli in Capri-Revolution di Mario Martone

September 8, 2018 0 By Simone Tarditi

Isola di Capri, 1914. Da una parte la popolazione locale, dedita alla pastorizia e all’agricoltura, alle tradizioni e al vincolo matrimoniale, dall’altra una comunità di mezzi-artisti benestanti che trascorre le giornate al sole, tra componimenti ed esercizi di varia natura, e le notte accoppiandosi in riti orgiastici mascherati da balli e danze. La Prima Guerra Mondiale è alle porte e con sé presto porterà via una gran fetta di giovani italiani tra cui i fratelli della protagonista, Lucia, ragazza dallo spirito libero, indomabile, la quale si allontanerà dalla sua famiglia per trovare la propria strada.

Il Capri-Revolution di Mario Martone è una delle sorprese della 75ma Mostra del Cinema di Venezia. Accantonando per un attimo l’eccessivo didascalismo di alcune scene nonché la pesantezza di alcuni dialoghi che servono solo a far proseguire la vicenda (i pacati e insostenibili scontri teorici tra il medico del paese e il guru proto-hippie, per esempio), il film racconta una storia di crescita e presa di coscienza di quale sia il proprio ruolo nel mondo. Il tutto, con una regia mai banale, suggestiva nel suo mostrare l’indissolubile binomio individuo-ambiente all’interno di un contesto paesaggistico meraviglioso.

È preziosa la riflessione che Martone fa sull’essere umano come organismo cancerogeno, perfettamente in grado d’infettare anche un luogo paradisiaco come quello di Capri-Revolution.Siamo tutti ragazzi di buona famiglia” dice uno dei personaggi appartenenti alla tribù di piedi nudi e chiappe al vento sugli scogli ed è una battuta che dice tanto. Se, rispetto ai rozzi ignoranti campani sgozza-capre combina-matrimoni, è innegabile il tentativo di elevare coloro i quali si oppongono ai precetti e alle regole sociali, anche vero è che Martone giustamente non rinuncia a dipingere i “diversi” come finti poveri, corruttibili, potenzialmente cattivi, incoerenti e passibili di trasformarsi in ciò che essi stessi odiano.

Matisse La Danza

Henri Matisse, La Danza, 1910.

Ad adombrare gli uni e gli altri, perché oltre al ritratto di Donna emancipata è lo scontro tra la Ragione e la Spiritualità ciò di cui Capri-Revolution parla davvero, interviene la Storia d’Italia con la sua scellerata guerra accolta con gioia da intellettuali come Giovanni Papini, martorioso conflitto da un milione di morti solo su territorio nazionale. Ragazzini spediti sul fronte a morire di fame, freddo, trucidati da mitragliatori e soffocati nelle trincee dopo aver perso tutto. Intervengono le malattie contratte nelle fabbriche, come quella che ha riempito di sostanze nocive i polmoni del padre di Lucia dopo avergli spaccato la schiena per arricchire il Padrone quando il proletario avrebbe tratto più giovamento dal lavorare la terra. Interviene la Fede, sia essa quella Cristiana o di altra derivazione. Intervengono le crisi, le gelosie, i malumori anche all’interno di quei gruppi sociali all’apparenza così felici e scollegati da tutto ciò che li circonda. Interviene la pretesa d’interpretare sogni e desideri, traendo dalle fantasiose argomentazioni auto-prodotte motivi validi per continuare a fare quel che si è sempre fatto: adattarsi.

Quella gente nuda sulle rocce fa una così grande impressione a Lucia da spingerla ad avvicinarsi a loro, a diventare parte di ciò che fanno tutti i giorni, qualunque cosa sia. Si tratta di dover far passare il tempo senza dover pensare di voler fare altro al posto. È la lezione più grande che si possa imparare nella vita: essere sereni e appagati, anche a costo di andare contro tutto e tutti e di allontanarsi dai propri cari. Una capretta smarrita è Lucia (in mezzo ai rovi, il destino della protagonista è già tutto mostrato come metafora animale nell’incipit di Capri-Revolution), una capretta che si perde perché sente l’urgenza di farlo in quel preciso momento. Poi chi lo sa dove si andrà a finire, magari sarà l’America.

Capri Revolution attrice

Simone Tarditi