
Mission: Impossible – Fallout, Cruise e McQuarrie pionieri dell’impossibile
September 11, 2018Mission Impossible: Fallout, sesto capitolo della fortunata saga ideata nel 1966 da Bruce Geller per la televisione, oggi, uno dei franchising action più popolari di sempre. Dopo Rogue Nation (2015) torna in cabina di regia Christopher McQuarrie (unico regista delle serie ad aver diretto due capitoli della saga) che ancora una volta ne cura anche la sceneggiatura. Questa volta l’agente Ethan Hunt e i membri dell’IMF dovranno fare i conti con le loro azioni e reazioni dovute ai rapporti di coppia interni e dei problemi che scaturiscono dall’aiutare le persone a loro care. Due anni dopo aver catturato Solomon Lane (Sean Harris) e il suo sindacato, i restanti membri dispersi per il mondo hanno deciso di trasformarsi in un gruppo terroristico chiamato Gli Apostoli minacciando il mondo con degli ordigni nucleari portatili creati da Nils Debruuk. Per non ripetere gli errori commessi dall’unità IMF, Erica Sloane (Angela Bassett) invierà August Walker (Henry Cavill) della divisione attività speciali per supervisionare l’operato degli agenti e di Ethan (che sembra apparentemente fuori controllo) mentre cercheranno di recuperare il plutonio in giro per il mondo.
Ad Hollywood si sa, quando un film viene ben accolto dalla critica, si fa presto a sbilanciarsi e ad abusare del termine capolavoro, soprattutto quando riguarda un film d’azione e i suoi stunt che anche questa volta non hanno niente da invidiare agli action asiatici, punto fermo per ogni cineasta del genere che si rispetti. La new entry Herny Cavill è il classico personaggio doppiogiochista che all’inizio ci viene presentato come agente della CIA inviato da Erica Sloane , unitosi al team dell’IMF, inviato per supervisionare Hunt e il suo gruppo e come ogni bad guys che si rispetti alla fine si rivelerà il classico doppiogiochista in combutta con Solomon Lane.
L’aspetto più interessante e potente della pellicola però, è ancora una volta Tom Cruise e lo sviluppo/evoluzione del suo personaggio, l’agente Ethan Hunt, che questa volta metterà in pericolo anche la vita della sua ex-moglie Julia (Michelle Monaghan), un Cruise che cerca di espiare i propri colpi e peccati per colpa della sua umanità, fulcro e motore che alimenta il team fin dal primo film di Brian De Palma. Ed è proprio a De Palma che McQuarrie sembra ispirarsi probabilmente per questo suo Fallout, se nel precedente Rogue Nation avevamo un’atmosfera quasi hitchcockiana (ricorderete tutti la fantastica sequenza a teatro), in questo ultimo capitolo ci sono delle analogie con la prima opera di De Palma, una prima parte del film più lenta e spionistica (con qualche rimando anche ai vecchi 007), il rapporto tra Tom Cruise e Henry Cavill che ricorda tanto il rapporto burrascoso che ebbe Ethan con il personaggio interpretato da Jean Renò (Franz Krieger), incluso lo scontro finale in elicottero, con la classica frase del nemico: “Ma tu non muori mai?!”– ad enfatizzare il rapporto scontroso tra i due.
Fallout rimette in scena anche tanti altri elementi dei vecchi film, è la summa massima e la conclusione(?) di tutto quello che i cinque film precedenti hanno fatto e prodotto fino ad oggi, portarci al nemico finale (come in 007 Spectre) per la resa dei conti e chiudere il cerchio o ciclo se preferite che Bird aveva iniziato con Protocollo Fantasma e che McQuarrie ha ereditato più che egregiamente innalzando il livello dell’azione con picchi di perfezione assoluta, le coreografie, l’azione, la completa assenza di soundtrack nelle scene d’azione forsennata, tutto a favore dello spettacolo e dell’intrattenimento vero e puro. Mission Impossible a differenze di altri film su agenti o spie segrete (tipo Jason Bourne o lo stesso 007) è forse l’unico franchising che è riuscito a svecchiare non solo il suo protagonista (non più un ragazzo in erba) ma a introdurre nuovi elementi sempre freschi affinché la storia posso proseguire in qualsiasi direzione fino a quando il pubblico non ne avrà abbastanza e non accetterà più le nuove missioni del sempreverde Tom Crusie, l’ultima vera action star di Hollywood.
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