
The Village, mostri e paure post 11 settembre
January 14, 2019Nel 2004 il nostro indiano-americano M. Night Shyamalan dopo essersi cimentato con fantasmi, supereroi e alieni; decide di virare rotta e cambiare un po’ le carte in regola, realizzando quello che per il sottoscritto è tra i suoi tre film più riusciti: The Village (scritto anche da Shyamalan) con Joaquin Phoenix, Bryce Dallas Howard, Sigourney Weaver, William Hurt e Adrien Brody.
The Village è la storia di una piccola cittadina del XIX secolo che vive nei boschi della Pensilvania, isolata da tutto e tutti, fatta eccezione per le misteriose creature che vivono dentro i boschi e che sembrano aver stretto un patto di non aggressione proprio con la pacifica popolazione. All’interno della comunità, gli abitanti vivono tutti in armonia tra di loro, rispettando il patto che gli anziani del villaggio hanno stipulato con le misteriose creature innominabili, tra cui quello di non indossare mai abiti o oggetti di colore rosso (colore che attrae le bestie e anche il colore del sangue), e combatterli con il giallo. Purtroppo non tutti gli abitanti rispetteranno le regole a causa dei differenti caratteri e personalità all’interno della popolazione e la situazione precipiterà quando il patto verrà violato a causa di Lucius Hunt (Joaquin Phoenix) giovane irrequieto che varcherà i confini dei boschi, facendo irrompere le creature nel villaggio e seminando paura e panico tra essi. A seguito di ciò Lucius farà una promessa di matrimonio a Ivy Walker (Bryce Dallas Howard) senza sapere però che Noah (Adrien Brody) ragazzo con disturbi mentali ne è segretamente innamorato e questo farà scattare una reazione a catena che obbligherà Ivy ad avventurarsi oltre il bosco e affrontare le temibili creature in cerca di una cura per il futuro spasimante.
The Village è stato probabilmente il primo film che ha distrutto la carriera lavorativa del giovane indiano-americano di Hollywood, presentandosi al pubblico come nuovo film horror e non come thriller psicologico qual è. Sì, perché The Village non è un horror nel suo termine più specifico del genere, bensì un thriller socio-politico di raffinata fattura e composizione.
Shyamalan orchestra un’opera che scava a fondo nella psicologia umana e nella società americana post 11/09, evidenziandone paura, rabbia e senso di imponenza di fronte a qualcosa di più grande o che non riescono a metabolizzare, proprio come gli abitanti del villaggio/persone con le creature/terroristi. La popolazione vive limitata dai propri bisogni, non conoscendo molti dei valori e dei sentimenti che ci contraddistinguono da tutte le altre creature viventi, l’amore. Il tassello fondamentale, quello che fa muovere la giovane Ivy al di là dei boschi e che la spinge ad affrontare le temibili creature.
È impossibile parlare di The Village senza fare spoiler, tant’è che il suo cuore pulsante si nasconde proprio nel suo finale a sorpresa, dove le carte in tavola vengono nuovamente stravolte e il regista ci catapulta nel mondo di oggi, rivelandoci che tutto quello a cui abbiamo assistito altro non è che uno specchietto per le allodole costruito ed ideato dai due patriarchi del villaggio che avevano un’idea alla base: quella di vivere in un mondo senza più la violenza e la sofferenza che l’uomo porta con se.
Ma purtroppo come ben sappiamo, l’animo umano e le nostre azioni non sono dettate o si possono controllare con l’isolarsi, ma dagli istinti, dagli impulsi, nessuno nasce buono o cattivo, ma sono le scelte che compiamo che determinano l’andare delle cose, tranne quando ci si ritrova davanti ad un evento più grande di noi. Probabilmente il pubblico non era ancora pronto o non aveva idea di quello che Shyamalan aveva in mente quando ha realizzato il film, che ai tempi fu massacrato da critica e pubblico, con un budget considerevole di oltre 100 mln; perdite che fecero cadere sempre più nel dimenticatoio il caro Shyamalan che due anni dopo ci riproverà con una fiaba dark Lady in the Water, portando però a casa i medesimi risultati deludenti del predecessore.
Oggi M.Night Shyamalan grazie al mediocre mockumentary The Visit e alla sua collaborazione con il nuovo Re Mida del genere horror Jason Blum, è riuscito a risalire dai baratri di After Earth e L’Ultimo dominatore dell’aria, grazie al superbo Split, sequel di Unbreakable e che a breve ritroveremo in sala con Glass, capitolo conclusivo della sua personale trilogia sul mondo dei supereroi.
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