
Il Cinema Ritrovato 2019: Speciale su Felix E. Feist
June 29, 2019Sono quattro i titoli scelti dagli organizzatori del Cinema Ritrovato per un omaggio particolare a Felix E. Feist, morto nel 1965 e relegato negli ultimi dieci anni della sua carriera a prodotti televisivi. Di sicuro non uno dei nomi più noti a Hollywood e impegnato perlopiù in pellicole di serie B (come quelle portate a Bologna), il regista newyorkese ha comunque scritto una pagina importante nell’ambito dei noir: storie taglienti, zero spazio lasciato all’introspezione dei personaggi né al loro background, vicende in medias res, conclusioni spesso rapidissime. Insomma, tutto corre veloce in questi film di Feist. Vediamoli un po’ più nel dettaglio.
The Devil Thumbs A Ride (RKO, 1947)
Steve Morgan (l’attore Lawrence Tierney, che da anziano interpreterà Joe Cabot, l’organizzatore della rapina in Reservoir Dogs di Quentin Tarantino) uccide un uomo, gli ruba i soldi e, tra una corsa in auto e una sosta in una pompa di benzina, si reca in una casa con tre persone che capiranno ben presto che è un omicida. Intanto, i poliziotti sono sulle sue tracce. La giustizia trionferà.
Il film, che è tutto tranne che memorabile, ha forse il suo momento migliore nel ritratto che fa delle forze dell’ordine: gli sbirri vengono mostrati giocare a poker come se fossero in una bettola illegale, sguardo fisso sulle carte, nubi di fumo nella stanza, un’unica luce puntata sul tavolo, e sembrano scocciati di doversi alzare per andare a inseguire il criminale protagonista.
The Threat (Braccati dai G-Men, RKO, 1949)
L’omicida Arnold “Red” Kluger evade dalla prigione di Folsom con il solo obiettivo di farla pagare a chi l’ha fatto rinchiudere dietro le sbarre. È così allora che, grazie all’aiuto dei suoi sodali, rapisce i responsabili della sua incarcerazione, compresa la donna che pensa abbia fatto da informatrice. Tutti i poliziotti californiani stanno dando la caccia al criminale e la resa dei conti avverrà dentro una baracca nel deserto.
Solida sceneggiatura e idem dicasi anche per la regia di Feist. Nettamente superiore a The Devil Thumbs A Ride da qualsiasi lato lo si prenda, The Threat è un film sul potere della sottomissione: ci si sofferma infatti a lungo sulla docilità dei personaggi presi in ostaggio, i quali non si ribellano mai, neanche quando potrebbero. Grande importanza data ai media (giornali, radio, persino la televisione) nel diffondere la notizia della fuga di Kluger, un protagonista dipinto come assolutamente brutale e senza scrupoli (il ruolo è affidato a Charles McGraw, che negli anni ‘60 comparirà in lungometraggi come Spartacus, Gli uccelli, Impiccalo più in alto).
The Man Who Cheated Himself (20th Century Fox, 1950)
Complotti e relazioni extraconiugali nel film di Feist più avvincente tra quelli presentati a Bologna. Un tenente della squadra omicidi fa sparire il corpo del marito della donna che ama dopo che questa l’ha ucciso. Del delitto viene accusato un innocente, ma la realtà viene presto a galla. Quando i due amanti si sentono in trappola, provano inutilmente a fuggire.
Un buon noir che si sviluppa più all’interno di uffici e appartamenti che per le strade, e che ritrae gli italo-americani come potenzialmente delinquenti (e quindi facilmente incastrabili, giusto per toccare il tema della discriminazione e dei pregiudizi su base etnica). Inoltre, l’ultima parte di The Man Who Cheated Himself crea un cortocircuito allorché, sotto il Golden Gate Bridge a San Francisco, viene mostrata la medesima location di La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock (in generale, da un punto di vista registico, tutta la perlustrazione e nascondimento negli edifici abbandonati sotto al ponte rappresenta il punto più alto dell’intera pellicola).
John Dall (Nodo alla gola, La sanguinaria e, ancora, Spartacus) insieme a Lee J. Cobb (un attore che non ha bisogno di presentazioni) formano un duo perfetto nei panni di poliziotti fratelli, uniti nella buona e nella cattiva sorte. Notevole anche il cast femminile composto da Jane Wyatt, che ha lavorato anche con registi del calibro di André De Toth o Fritz Lang, e da Lisa Howard, moglie proprio di Feist nonché futura giornalista di successo (suoi i più importanti servizi televisivi ai tempi della rivoluzione cubana o della crisi sovietica con gli USA).
Tomorrow Is Another Day (Gli uomini perdonano, Warner Bros., 1951)
Dopo una lunga permanenza in carcere, Bill Clark torna libero e non desidera altro che condurre una vita quanto più onesta possibile. A New York conosce Catherine, una ballerina, ha uno scontro con il fidanzato di lei armato di pistola, costui viene ucciso e Bill crede di essere il responsabile della sua morte (nella colluttazione ha perso i sensi e non sa che a premere il grilletto è stata Catherine). La neo-coppia fugge nelle campagne della California, trova lavoro per raccogliere cavoli e lattuga (esattamente come Freddie Quell in The Master di Paul Thomas Anderson, ambientato in quegli stessi anni) e inizia una nuova vita.
L’America di Tomorrow Is Another Day è un paese dove è ancora radicato il mito del giocatore di baseball Babe Ruth (The Bambino), dove le radio e le sale vengono inondate dalle canzoni e dai film di Doris Day (nelle prime scene, il protagonista passa di fianco a un poster della commedia romantica Tea for Two mentre cammina per le strade di una città ostile, che non lo vuole), dove un uomo solo e senza un’occupazione deve pagare anche per ballare con una ragazza, illudendosi di avere una storia d’amore. Illusione che, omicidio a parte, si trasforma in realtà, facendo avviare Tomorrow Is Another Day verso una seconda metà più felice e meno cupa: la fuga diventa un’avventura amorosa di due individui che hanno bisogno di stare lontani da tutti. Decisamente un noir più rasserenato rispetto ai precedenti tre di Feist.

Tomorrow Is Another Day (1951)
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