
Alba fatale: uccidere come se si fosse Dio
August 14, 2020“In Texas, where I come from, we go and get a man and string him up”
Nevada, 1885. Gil Carter (Henry Fonda) e Art Croft (Henry Morgan) arrivano in sella ai loro cavalli in una città sperduta e pressoché disabitata. Ne commentano il silenzio surreale, paragonandolo a quella di una tomba. In giro c’è un’atmosfera mortifera. Entrano in un saloon, Gil scopre che la sua donna se n’è andata e non l’ha aspettato. Perché si è comportata così? Perché non si è fidata? Lui è tornato. La delusione viene stemperata dall’alcol e da una notizia che mette in agitazione gli altri frequentatori del locale: dei razziatori si sono impossessati del bestiame di un uomo a cui hanno tolto la vita con un colpo d’arma da fuoco. Parte una spedizione punitiva. Più per dare un senso a quella giornata, a quelle vite, che per spirito di vendetta. C’è chi non vede l’ora di compiere un’esecuzione sommaria …
Alba fatale di William A. Wellman (The Ox-Bow Incident in originale) non è solo un capolavoro del genere western, ma un film chiave degli anni ’40 hollywoodiani, quelli della guerra. Si produce di meno e in maniera più economica, limitando le spese e lavorando in studio, evitando così molte delle costose trasferte all’aperto. È così che Alba fatale, ambientato in larga parte in una zona boscosa, viene invece realizzato quasi per intero al chiuso. Alberi, rocce, corsi d’acqua creati da zero. Un lavoro certosino che quasi non si nota in tutta la sua bellezza alla prima visione, catturati come si è dalla vicenda.
L’antefatto è chiaro, ma il cuore del film è nella sua seconda metà. Tre uomini vengono catturati e accusati di essere i colpevoli. Non ci sono prove concrete a carico di questa tesi, solo supposizioni e soprattutto il bisogno di trovare qualcuno a cui addossare la responsabilità del crimine. La caccia può dirsi terminata, i cappi vengono preparati dalla banda di giustizieri. Non si vuole trovare il tempo affinché la Legge faccia il suo corso, gli assassini vanno a loro volta uccisi, impiccati al sorgere del sole.
Alba fatale è il racconto di un errore madornale compiuto da un folle gruppo di persone in superiorità numerica (e non intellettuale) rispetto a chi ha dalla sua parte la ragione. È un dato di fatto che il mondo sia in mano ai folli e questa vicenda di linciaggio, anche nel suo essere microscopica, ne è chiara testimonianza. Ciclicamente, avvenimenti del genere si verificano negli USA e la cronaca odierna ne è testimonianza. Ogni essere umano avrebbe sempre diritto a un processo equo, ma non sempre accade. All’epoca non parliamone: appartenere a una classe sociale subordinata e magari discriminata su basi razziali è già di per sé una colpa. Può finire allora che qualcuno si sostituisce a Dio e decreta la morte di un altro. Sì, come se Dio fregasse qualcosa.
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