Vacanze di Natale: quando ha smesso di essere divertente?

Vacanze di Natale: quando ha smesso di essere divertente?

November 30, 2020 0 By Gabriele Barducci

Nelle nostre chiacchiere quotidiane tendiamo sempre a usare intercalari quali luoghi comuni e feticci varie per riassumere qualche situazione particolare. Ci si ragiona e ride sopra con la giustificazione che c’è sempre un fondo di verità nei luoghi comuni e che da qualche parte ci sia stato un caso 0 atto a giustificare quella frase.

Al cinema succede la stessa cosa e con titoli – anzi, franchise – come quello di Vacanze di Natale è risaputo il conato di vomito che assale cinefili dell’ultimo minuto e non. Ma qui il punto di vista è diverso, ponendo alla base una domanda ben precisa: esattamente, Vacanze di Natale è sempre stato portatore di comicità volgare, oppure prima era qualcos’altro per poi ritrovarci oggi con una qualità scadente? La risposta è la seconda e vediamone il perché o meglio, il percorso.

Dal sale alla neve

Vacanze di Natale (1983) potrebbe identificarsi tranquillamente come il film che ha dato via – inconsapevolmente – a tutto. C’è da considerare un grosso fattore, ovvero della ripetitività di alcuni schemi narrativi che riportano subito alla mente film quali Sapore di Sale (1983). Se questo era uscito a inizio anno, Vacanze di Natale fu girato in fretto per cercare di portare il prodotto già in sala per dicembre. Insomma, per farla breve, gran parte della neve che vedete nel film è finta, oppure un quantitativo impressionante di schiuma da barba sparsa ovunque (il primo arrivo di Jerry Calà se osservato bene evidenzia questo espediente artificioso, ma comunque apprezzabile).

La stessa produzione dunque voleva bissare il successo, provando a raccontare tante e diverse storie di giovani e non che si intrecciano in una cornice momentanea, passando dai bollori dell’estate al camino acceso di una festa di Natale. Vacanze di Natale era, ed è ancora, una commedia graziosa, infarcita di personaggi giusti e con il più pacchiano accompagnamento musicale: Mario Brega e famiglia romana si avvicinano a una realtà così lontana con un continuo sample di Grazie Roma di sottofondo, il cumenda Guido Nicheli, arrogante e screanzanto, con le ventimila sempre in mano pronto a lasciare mance a chiunque e il latin lover Jerry Calà, pronto a portarsi a letto tutte le donne stanche di mariti addormentati e concedersi una notte di fugace passione. Poi gli altri, da Christian De Sica (gay che non riesce a dichiararsi) al giovane e bellissimo Claudio Amendola, tra amori impossibili, amici del cuore e squadra del cuore.

Vacanze di Natale è un film che fila liscio come l’olio, ritmo giusto, attori giusti e storie ben raccontate. Si passa dal posare lo sguardo malinconico sulla vastità dell’oceano e lasciarsi andare a dolci pensieri, fino a contemplare il cielo scuro in una notte di dicembre, al freddo e la luce calda di passione, famiglia e storie da raccontare che fuoriesce dalla finestra che abbiamo accanto. Decidere di varcarla ha un gusto fragoroso, calda sensazione sulla pelle. Insomma, non sbagliamoci, Vacanze di Natale è un film che funziona ancora oggi, nell’ottica di incontro sociale quanto nella comicità, magari esasperata dai ceti sociali, ma mai estremamente volgare. Era il Sapore di Mare, ma sulla neve.

Il cambio radicale

Passiamo oltre Vacanze di Natale 90 e Vacanze di Natale 91 per arrivare direttamente a Vacanze di Natale 95. Sei i primi due proponevano ancora la formula di storie raccontate in contesti e luoghi innevati, con Vacanze di Natale 95 qualcosa comincia a rompersi, riscontrando la prima crepa che porterà a una rottura totale riconducibile con Vacanze di Natale 2000.

Gli attori diventano veri e propri capisaldi, in particolare ruoli da traditore provetto per Christian De Sica mentre il cumenda, però stavolta sfigato, passa a Massimo Boldi, La comicità si esaspera, il sesso non è più un tabù e viene mercificato senza filtri. Se in molti hanno criticato questi film quali esempio e rappresentazione dell’italiano medio dell’era Berlusconiana, ha perfettamente colto nel segno. I personaggi negativi diventano positivi (parafrasando Boris), il tradimento è un picco di Nirvana difficilmente raggiungibile e sarà una vera e propria sfida avere mogli e amanti in tutto il mondo (Merry Christmas, 2001).

Insomma, in qualche modo la bussola comincia a pendere nella comicità goliardita, volgare e sessuale dando vita a un vero e proprio filone che darà vita anche ad altri prodotti paralleli come Paparzzi, Tifosi o A Spasso nel Tempo. Cambiano i registi, ma la produzione segue quello che al botteghino ripaga a grandi cifre.

Ma torniamo a Vacanze di Natale 95. Le storie cominciano a farsi sempre più folli e le stesse reazioni poco credibili davanti taluni atteggiamenti. C’è comunque un interesse particolare verso il quotidiano al momento dell’uscita del film, roba che potrebbe giustificare nell’immediato futuro lo studio universitario di questi film per capire che aria tirava in Italia, come nel mondo, nel 1995, incarnato qui in Luke Perry.

Beverly Hills 90210 è un fenomeno mondiale e ragazzine armate di Cioè immaginano la vita con i loro idoli. Proprio in Vacanze di Natale 1995 una giovanissima Cristiana Capotondi è la figlia adolescente di Massimo Boldi, stravede per Luke Perry e vanno in vacanza a pochi metri da lui. Il sogno proibito che diventa realtà. Lei assicura a lui, appena torna in Italia, con le foto che si sono fatti, farà ingelosire tutte le sue amiche.
Vacanze di Natale 2000 invece vede la presenza di Megan Gale, figura centrale di innumerevoli spot di quella che era la Omnitel (oggi Vodafone) e vero oggetto di desiderio da parte degli italiani. Protagonista fissa di tanti salotti italiani, qui lei interpreta se stessa, fidanzata con uno sconosciuto Paolo Conticini e anche qui, i giovani bolognesi bolognesi squattrinati, torneranno a casa con una bella storia di amore di un paio di giorni con la bella Megan. Insomma, rimane sempre il sottotesto della vacanza come momento di evasione, ma le storie cominciano sempre più a plasmarsi attorno alle mode, come il napoletano Nino D’Angelo, vincitore del Super Enalotto e dunque vero signore che porta tutta la famiglia a Cortina.

Il resto, la coppia De Sica/Bolodi conferma il loro status di battute impostate senza criterio, aiutandosi da altra dose di ignoranza come Er Cipolla di Enzo Salvi o soluzioni poco eleganti di amanti, volgarità e compagnia varia. Inutile dirlo, film di un successo clamoroso al botteghino.

Da qui si cambia la formula delle vacanze, per spostare il focus in tanti altri luoghi in giro per il mondo, ma la formula rimane lo stesso, moda del momento, qualche connotato sociale (Natale sul Nilo e Amici di Maria de Filippi) e feticci vari.

Riassumendo il tutto, il primo vero spaccato che divide per creare una vera e propria divisione qualitativa è proprio Vacanze di Natale 95. Massimo Boldi in pigiama, braccato da un orso, si rifugia su un albero per poi esplodere quando viene colpito da un bengala di segnalazione è un po’ il segno che si è abbandonato il sentiero della commedia per abbracciare la vera fantascienza.

Gabriele Barducci