
TSFF32: appunti sparsi su The Verdict in the Case of K.
January 25, 2021 0 By Gabriele BarducciTendenzialmente prodotti di ampia denuncia, sociale che penale, non si perdono quasi mai in fronzoli narrativi o voli pindarici di dubbia qualità audiovisiva: arrivano al sodo, senza filtri, arginando classiche regole cinematografiche, per arrivare al punto prestabilito dall’autore.
The Verdict in the Case of K. segue diligentemente questa strada – e causa. Un cortometraggio di meno di 20 minuti che risponde a una domanda generica, ma ben precisa: cosa succede dopo un processo penale ai diretti interessati? Nel caso preso in oggetto, una ragazza viene violentata e ripresa con uno smartphone. I violentatori, dopo sei mesi di regolare processo, vengono condannati. Poi cosa succede dopo? Per la ragazza la quotidianità sarà la stessa? E per la famiglia il rapporto con gli altri, amici, colleghi di lavoro, sarà lo stesso?
Questo corto, come detto, non si discosta molto dalle possibili soluzioni che potrebbero nascere a seguito di un evento del genere: il fratello della ragazza cercherà la vendetta privata, il padre cercherà di portare normalità non accorgendosi della bomba nucleare implosa nella sua famiglia, mentre la stessa ragazza, in una sinistra tranquillità, morirà interiormente giorno dopo giorno, finché qualcuno non metterà il video dell’aggressione e violenza sessuale online.
In qualche modo, se i film porno sono la normale prosecuzione dei film romantici, questo corto non elogia la giustizia del paese sede dell’evento, la Turchia, perché eventi di questo calibro e gravità avvengono tutti i giorni. All’applauso della vittoria della giustizia, si sussegue una famiglia lasciata sola, con la vittoria giuridica in mano, ma la morte morale e intima nel loro cuore. Ci si può pensare sopra, farsi una propria opinione, lo stesso corto arriva ad un punto per poi perdersi, come lacrime nella pioggia proprio nel finale.
Peccato. Per la cura tecnica, la tematica e la stessa realizzazione in messa in scena, qualcosa che avrebbe potuto smuovere e creare davvero una critica forte e costruttiva.
`Cause tramps like us, baby we were born to run"
- Bruce Springsteen
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