News of the World: un western sulla vittoria della parola scritta

News of the World: un western sulla vittoria della parola scritta

April 28, 2021 0 By Simone Tarditi

In un mondo dove è costante il bombardamento d’immagini e che sulla comunicazione visiva basa ogni aspetto (narrativo, economico, sessuale, personale) del vivere quotidiano, film come News of the World portano con sé la coscienza nostalgica per un passato dove verità, storia e progresso erano enti ortograficamente corretti veicolati dalla parola scritta, impressa su carta, scolpita su pietra. Perché di tradizione orale abbinata a cultura scritta parla il western di Paul Greengrass, un titolo che nel desolante panorama attuale può trovare una sua collocazione nel cuore di chi vive la Storia, non solo quella statunitense, nel suo spettro più ampio, dal barbaro primitivo all’uomo gutenberghiano.

North Texas, 1870. Cinque anni dopo alla Guerra Civile, il reduce Jefferson Kyle Kidd (Tom Hanks) si sposta di luogo in luogo a vendere se stesso come divulgatore di fatti di cronaca e di cronache americane. Notizie spesso vecchie di mesi, anni, ma pur sempre notizie con le quali è capace d’impressionare quegli spettatori che per una decina di centesimi pagano l’intrattenimento di una serata. Spendono per trascorrere qualche ora dimenticando gli affanni, non per erudirsi, anche se, alla fine, oltre al ricordo piacevole del tempo passato ad ascoltare, possono dire di aver conservato anche qualche nozione in più. È interessante la dinamica che scaturisce negli strati più ignoranti della popolazione: il concetto della “notizia” funge solo da rafforzante a idee già dogmaticamente fissate nella testa, altrimenti -ed è il caso di ciò che alle orecchie risulta inedito- scatta il rifiuto, la negazione. Così, l’informazione è nulla, perde la sua carica assertiva, non significa alcunché. La propaganda politica opera allo stesso modo, ma in maniera intenzionale, ossia andando a scaldare con le parole animi già infervorati di loro. Rimanendo sul mestiere di Kidd, la sua è un’opera meritoria perché indirizza il racconto di eventi verso una funzione educativa. Insomma, in quanto singolo cittadino pensante prova a rabberciare i buchi dove lo Stato fallisce. Ed è un mondo molto indietro quello in cui Kidd lavora, un mondo dove la gente crede ancora alle maledizioni e le mogli danno del “Lei” al marito. L’America di News of the World, come quella del 2020, è divisa, ancora, nonostante la formale unificazione tra Nord e Sud. L’obiettivo comune, valido tanto ieri quanto oggi, magari irrealizzabile, deve essere completare questo processo volto all’unità. La natura umana può consentire ciò o si tratta di un’utopia che ci si porta sul groppone dalla metà del XIX° secolo? Nel mentre, vale la pena civilizzarsi.

Simone Tarditi