Riaffiora un 8mm del ’71 girato da Jim Morrison dentro un cimitero in Corsica

Riaffiora un 8mm del ’71 girato da Jim Morrison dentro un cimitero in Corsica

October 22, 2021 0 By Simone Tarditi

Dei molti filmati in Super 8 che Jim Morrison gira con la sua Nizo negli ultimi mesi di vita si son spesi litri di inchiostro nelle biografie che lo riguardano, alcune delle quali (accuratamente o meno, questo il tempo lo determinerà) arrivano addirittura a descriverne contenuti e durate. Parigi, il Sud della Francia, la Spagna, il Marocco, questi sono i viaggi che il cantante dei Doors intraprende assieme alla compagna Pamela Courson. Tante parole, poche immagini. Questo almeno fino al 2012 quando compare all’asta una bobina la cui scatola di cartone Kodachrome recita quanto segue: Cemetery in CORSICA. Jim + Pam. L’anno seguente iniziano a circolare dei fotogrammi: si vede la Courson vagare tra alcune tombe in pieno giorno. Solo lei, niente Jim. Per otto anni più nulla, poi nel settembre del 2021 il filmato inizia a circolare online. Percorrendo i due minuti e trentasette secondi la possibilità che di Jim Morrison non vi sia traccia diventa certezza. A ogni modo – e forse proprio per questo motivo – si è di fronte a un documento unico, databile intorno all’aprile del 1971.

Questo 8mm è interessante per un aspetto che travalica l’amatorialità della realizzazione. Il cimitero di Saint-Florent è deserto, la sola anima che si aggira è quella di Pamela, lunghi capelli color cannella, pantaloni a zampa d’elefante e camicetta bianca. Cammina tra le tombe, corre, si agita come un ossesso, alterna attimi in cui si diverte a farsi filmare ad altri in cui preferirebbe essere lasciata in pace. Un look e dei movimenti del corpo che la fanno sembrare un Morrison, ma al femminile. La macchina da presa di Jim si sofferma in più di un’occasione (due e mezzo per la precisione) su crocifissi attaccati alle lapidi, zooma sul Cristo fino a mandare completamente fuori fuoco l’immagine che si smaterializza fino a produrre un effetto bicromico sull’oggetto la cui forma non è più riconducibile a quella originaria. Risultato voluto o maldestrezza nell’uso del Super8? Non importa, anche perché i fuori fuoco sono numerosi. Stimolante è però la faccenda legata ai crocifissi. Gesù / Il Signore / Cristo sono termini ricorrenti in alcuni testi (canzoni e poesie, che quando si parla di Morrison sono la stessa cosa), ma soprattutto pochi mesi prima il leader dei Doors ha imposto che dentro al vinile di L.A. Woman vi sia il disegno stilizzato di una donna inchiodata e crocifissa ai pali della luce, metafora della condizione in cui si starebbe trovando l’America, Los Angeles, l’umanità e forse il pianeta stesso (compreso lui, con problemi giudiziari fino al collo dopo l’onda lunga del concerto di Miami).

Accantonando il simbolismo cristiano, che se non propriamente casuale è comunque legato alla location, Cemetery in Corsica ha una valenza maggiore di quella di un semplice reportage dalle vacanze: rappresenta uno squarcio nella percezione e nella sensibilità di Jim Morrison. Guardandolo, si è nella sua mente, si è i suoi occhi. Vi è un’autorialità registica che, anche nell’imperfezione del formato 8mm (senza sonoro), è assoluta. Nel piccolo, certo, ma forse anche più che in HWY (1969) o First Love (1964), che, sebbene vengano identificati come i film da lui diretti, sono in realtà il frutto del lavoro di più persone. In Cemetery in Corsica co-regista è solo la morte, che coglierà il ventisettenne rocker-cineasta circa due mesi più tardi.

Jim Morrison 8mm film

Simone Tarditi
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