Cosa non ha funzionato con Animali Fantastici – I Segreti di Silente?

Cosa non ha funzionato con Animali Fantastici – I Segreti di Silente?

April 27, 2022 0 By Gabriele Barducci

Nato come costola del franchise di Harry Potter, la costruzione del Wizard World da parte di Warner è sempre stata una chiara operazione per veicolare il fandom mondiale e magari spremere ancora i diritti, esplorando altro di questo magico mondo.

Queste erano le premesse del primo Animali Fantastici, film datato 2016 che ebbe anche un buon riscontro in sala, tra critica e boxoffice. Un tiepida accoglienza, a cui si sottolineava la curiosità per ciò che sarebbe potuto arrivare nel futuro. Questo futuro è stato I Crimini di Grindelwald prima e I Segreti di Silente poi, due film estremamente mediocri e terribilmente realizzati male sotto ogni punto di vista. Come è possibile dunque che una saga e un nome così importate come quello di Harry Potter e relativo mondo magico, possa affossare così l’entusiasmo mondiale.

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A differenza di progetti quali Star Wars o anche la saga dei giovani X-Men, ciò che non sta assolutamente funzionando è la costruzione di questo mondo magico al di fuori delle mura di Hogwarts. La promessa era di espandere tutto ciò attorno l’ambito della magia e della sua organizzazione burocratica e non – e qualcosa qui in questo film, attorno ministeri della magia e feticci vari, si intravede, ma sempre troppo poco – ma questo non avviene mai. Si assiste al solito soporifero minutaggio di più di due ore, dove concretamente si intavola una storia ricca di eventi di circostanza a cui è difficile dedicare attenzione, giacché uno spettatore attento riconosce subito quando si gira troppo vagamente attorno ad un discorso.

Altro punto fondamentale, se la saga è nata inizialmente come un semplice Animali Fantastici, adesso questa dicitura nei poster è sempre più riportata in piccolo per dare più attenzione al sottotitolo: Silente, Grindelwald, ormai di Animali Fantastici è rimasto poco se non nulla, adesso gli obiettivi finali sono di creare un altro arco narrativo duro e cupo, con il giovane Silente che deve fermare il suo acerrimo nemico (e amante) Grindelwald dai suoi oscuri piani di dominio e distruzione, ma non c’è un personaggio con cui empatizzare, dato che anche il protagonista Newt è sempre più messo in disparte.

Un altro punto fondamentale è l’impossibilità di sfruttare al 100% il riferimento ad Harry Potter dato che le avventure del giovane mago avvengono attorno gli anni ’90, mentre qui siamo in pieni anni ’20 e pur presentando qualcosa a cui i fan sono affezionati (la McGranith, lo stesso Silente o un fugace sguardo a Hogwarts), il resto di ciò che conosciamo è cronologicamente fuori dai giochi.

Questo è un punto assai particolare, perché è un aspetto che si applica anche su strategie di marketing di note piattaforme streaming (Netflix produce tantissime serie tv inedite, e molte non vedono neanche una seconda stagione, mentre Disney+ produce serie tv di marchi conosciuti, come Marvel o Star Wars, prodotti che il pubblico già conosce e riesce ad avvicinarsi con più facilità), dunque Warner vende Animali Fantastici come un prequel di Harry Potter, ma concretamente e narrativamente, non lo è.

Altri punti possono riscontrarsi anche con la pandemia Covid che ha rallentato i piani produttivi, il licenziamento di Johnny Depp, il fatto che la Rowling sia sicuramente un’ottima romanziera ma è una pessima sceneggiatrice e arrivati al terzo film (presumibilmente di cinque) questo franchise ancora non ha una direzione concreta.

Che dire, il paradosso è davanti i nostri occhi, con Animali Fantastici nel 2016 salutato con gran clamore e ora arrivato al terzo capitolo, con pezzi che si perdono per strada, fan scontenti e la reale possibilità che Warner chiuda tutta la baracca, senza regalare nessun finale.

Cosa è successo dunque ad Animali Fantastici? Semplicemente è diventato un franchise Babbano, impossibile da mettersi a confronto con la magia precedente. E noi che ci lamentavamo di David Yates.

Gabriele Barducci