Hardcore di Paul Schrader: un trittico di sesso, soldi e religione

Hardcore di Paul Schrader: un trittico di sesso, soldi e religione

April 29, 2022 0 By Simone Tarditi

Nell’innevato Michigan della fine degli Anni Settanta uno scandalo colpisce la piccola comunità di Grand Rapids e stravolge l’esistenza di un padre: la giovane figlia sparisce all’improvviso durante un viaggio in California sponsorizzato dalla chiesa calvinista. Certo che si tratti di un rapimento e non di una fuga, l’uomo si mette sulle tracce di lei, immergendosi fino al collo dentro il putridume vizioso della società americana della costa Ovest, così lontana sotto ogni profilo dal mondo periferico che conosce e nei cui valori crede ciecamente. Jake Van Dorn, interpretato da George C. Scott, vedrà mettere la sua fede a dura prova e, pur di trovare la ragazza, intraprenderà un percorso di deformazione personale che è tuttavia solo apparente: raggiungerà il suo scopo preservando, lui, l’integrità interiore.

La seconda pellicola di Paul Schrader è intrisa di sconforto. C’è la crisi religiosa, originatasi a spezzare la ritualità delle preghiere a tavola e delle citazioni bibliche. Come si può infatti avere fede di fronte alle disgrazie, per giunta quando esse sono inesplicabili e incomprensibili? C’è lo scoraggiamento di fronte al pessimo lavoro compiuto dalle forze dell’ordine, non solo incapaci di compiere le indagini, ma anche inette nel dare rassicurazioni a un cittadino bisognoso di aiuto. C’è anche il toccar con mano il paradosso del consumismo, ossia credere che ogni cosa si possa comprare al giusto prezzo, un errore mentale dovuto a una presupposizione sbagliata, specie nel caso di Van Dorn, piccolo imprenditore che sembra non aver valorizzato nessun aspetto importante vita intorno se non quello economico.

Tutte queste tre condizioni si compenetrano a vicenda. La rabbia repressa accompagnata dalla fame di verità spinge il protagonista di Hardcore a farsi giustizia da solo, senza seguire alcuna procedura e facendo affidamento al suo intuito. Nel doversi orientare in un abisso di prostituzione e pornografia, egli riesce a non perdere la bussola, a non cedere al bestiale richiamo della carne, perché la religione ha molto tempo prima modificato in lui l’idea di cosa sia il sesso e l’ha reso qualcosa di non molto importante, soprattutto quando ogni sforzo riproduttivo è già stato compiuto con successo. È anch’essa una delle vittorie del capitalismo: mutare le pulsioni erotiche per creare liquidità di altro genere. Infine, il rendersi conto dell’inutilità che ogni fatica cela dietro al suo raggiungimento. Il che significa pure che provare a riempire certi vuoti è tanto impossibile quanto vano. O peggio: che certi vuoti vadano lasciati tali, certi traumi vadano lasciati inesplorati, certe ferite vengano lasciate aperte. Benché suggellato da un happy ending inappagante, il nichilismo con cui Paul Schrader chiude Hardcore è fatto della stessa materia che guida avanti il mondo.

Simone Tarditi
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