
Cosa vuole The Equalizer 3 da noi?
September 21, 2023 0 By Gabriele BarducciLa saga di The Equalizer si è sempre contraddistinta per espandersi in una comfort zone chiara, schietta e sincera: un revenge movie tanto cupo quanto violento, confezionato a dovere senza troppi fronzoli, con incipit di trama sicuramente non sufficienti a supportare il successivo massacro che ci troveremo ad assistere, ma chi siamo noi per divertirci con un cinefumetto qualsiasi e criticare il buon Denzel Washington?
Arrivati al terzo capitolo – ultimo proprio per confezionare una trilogia da rivendere in futuro in qualche cofanetto home video – è quello che potrebbe definirsi il “progetto senilità” vale a dire offrire al protagonista una “redenzione” così da giustificare la chiusura di questa serie di film con la scelta della culla per la vecchiaia, vale a dire, l’Italia.
O meglio, geograficamente parlando c’è ora Denzel in Sicilia, che poi si imbarca in un traghetto arrivando a Napoli, dove viene curato dal personale dolce e angelico di zona, però tra i palazzi di quella città c’è la Camorra (in modo estremamente curioso, questi camorristi, ora parlano in dialetto napoletano, ora in dialetto calabrese).
The Equalizer 3, viaggio in Italia
The Equalizer 3 è un film talmente tanto sgangherato e difettoso che quasi fa tenerezza, ma è uno di quei casi dove di questo o l’altro errore se ne accorgono principalmente gli italiani, lasciando divertiti gli spettatori di tutto il resto del mondo. Parliamo di una cittadina dove si conoscono tutti, dove il pescivendolo di regala il pesce perché ti sei preso una pallottola poco prima e un medico di famiglia ti ha operato e salvato la vita. Una cittadina dove al bar chiedi un tè e ti portano un cappuccino, perché il tè è solo per gli anziani. Una cittadina dove potersi beare di uccidere criminali a cielo aperto e i Carabinieri quasi fanno finta di nulla. Tanto sono criminali, no?
Ma ha anche davvero poco senso accanirsi con un titolo del genere, che macina ottimi incassi globali e chiude un cerchio di revenge movie che ha visto solo in Washington uno dei tanti che hanno cercato di piazzare sul mercato un mero prodotto di intrattenimento.
Certo è che fatichiamo a scrollarci di dosso, almeno dagli occhi di Hollywood, l’idea di essere un popolo fermo ai primi anni del dopoguerra, perché la realizzazione estetica e sociale quella è: tutti amici, felici e pronti a porgere l’altra guancia, di quegli italiani che ti invitano a relazioni sentimentali sane e poi ti offrono il kebab come tipico piatto italiano.
`Cause tramps like us, baby we were born to run"
- Bruce Springsteen
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